Bianco letale
Spazzando via le briciole dal tavolo con la manica, Strike pensò (non per la prima volta) che Robin era l’unica donna che avesse mai conosciuto che non aveva mai manifestato alcuna intenzione di migliorarlo. Sapeva che avrebbe potuto cambiare idea sul momento e ordinare cinque panini al bacon e lei si sarebbe limitata a passarglieli ridendo.


Robert Galbraith
Joanne Rowling Yate, 31 luglio 1965, è una scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica britannica.
La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter, che ha scritto firmandosi con lo pseudonimo J. K. Rowling (in cui “K” sta per Kathleen, nome della nonna paterna), motivo per cui la scrittrice è spesso indicata impropriamente come Joanne Kathleen Rowling.
Ove li avevamo lasciati, lì abbiamo ritrovati.
Acciaccati, su una montagna russa emotiva e con un agenzia investigativa pronta a decollare dopo il successo piovuto addosso per la cattura dello Squartatore di Shacklewell. I clienti fanno la fila alla porta dell’agenzia per chiedere i servizi di Cormoran Strike e Robin Ellacott, dai più facoltosi – medici, ministri del governo britannico, signore dell’alta società londinese – ai più strambi, come Billy Knight che piomba nell’ufficio di Strike per denunciare un omicidio a cui crede di aver assistito quando era bambino. Billy però fugge via prima che Strike possa interrogarlo ed al detective non resta altro in mano che uno scarabocchio del ragazzo su un block notes.
L’inguaribile propensione di Strike di andare alla radice degli avvenimenti misteriosi spinge lui e Robin a cercare la verità dietro al racconto confuso di Billy Knight.
Tra i sobborghi di Londra, nelle stanze gotiche del parlamento londinese e fino alla campagna dell’Oxfordshire Cormoran e Robin scavano nel passato e riportano in vita fantasmi che non chiedono altro che giustizia.
Se per alcuni la lunghezza del libro è un difetto, per me è soltanto un valore aggiunto. Anzi, avrei gradito qualche altra pagina in più perché è stato davvero difficile accettare la parola “fine”. Non mi sazio mai della scrittura della Rowling, il cui stile è impeccabile e pulito. Durante la lettura le scene prendono vita davanti agli occhi, non bisogna fare alcuno sforzo di immaginazione perché sono scritte talmente bene che compaiono da se. Un paio di situazioni mi hanno colpita in particolar modo per lo sconvolgimento emotivo che mi hanno lasciato dopo averle lette
. La trama è sviluppata molto bene e si riesce a seguire senza perdersi elementi fondamentali per arrivare alla fine dell’indagine. Le digressioni sulla vita privata di Cormoran e Robin sono piacevoli e alleggeriscono il racconto senza per questo banalizzarlo.
É un libro meno “dark” – o splatter, fate voi – dei suoi predecessori e secondo me il migliore dei quattro. Peccato averlo finito!!!
