Il porto proibito
Lo chiamano “Il porto proibito”: appare e scompare nella nebbia, ma sembra che non tutti possano vederlo.


Teresa Radice e Stefano Turconi
Lei scrive storie, lui le disegna. Li trovate in edicola (su Topolino e, curiosando tra vecchi fumetti, anche su Witch, PK, MM, X-Mickey, Fairies, Wondercity), in libreria (BAO publishing, Tunué, PIEMME, EL, DeAgostini, Terredimezzo) e, naturalmente, nella Casa Senza Nord, il loro covo creativo.
Sulle colline che dominano la città ed il porto di Plymouth sorge l’Albatross Inn. La locanda, gestita dalle sorelle Stevenson, un tempo era la meta preferita di illustri avventori: massimi esponenti della città, capitani di vascelli e marinai della flotta di Sua Maestà. Ma il vento era cambiato e la sua fortuna si era dissolta con la stessa velocità con cui si era sparsa la notizia: il Capitano Stevenson aveva disertato e sulla sua testa pendeva l’accusa di furto e omicidio. La ciurma della sua nave – la Explorer, della Marina di Sua Maestà – di rientro a Plymouth trae in salvo un giovane naufrago davanti alle coste del Siam. Il ragazzo non ricorda nulla a parte il suo nome. Sbarcati a Plymouth Abel, il giovane naufrago, viene accolto all’Albatross Inn e si offre come ragazzo di fatica per aiutare le giovani a mantenere la Locanda ormai sommersa dai debiti.
A Playmouth Abel conosce Rebecca, la proprietaria del Pillar to Post una casa di tolleranza di alto bordo frequentata da ricchi avventori, giovani ufficiali e gente locale di un certo livello. Insieme condividono non solo la passione per la poesia, ma anche un posto sconosciuto ai più, un porto proibito che appare e scompare nella nebbia, che non tutti possono vedere. Chi lo ha raggiunto non è tornato per raccontarlo, perché nessuno sceglie di entrare nel porto. È il porto che sceglie chi far entrare. Grazie all’intercessione di Rebecca, Abel torna in mare sulla Last Chance, la nave del capitano Nathan MacLeod, per portare a termine la sua missione: ritrovare se stesso e dare giustizia allo sventurato Capitano Stevenson.
Iniziamo con il dire che “Il porto proibito” è una bellissima graphic novel. I disegni di Stefano Turconi sono stupendi, riempiono la pagina e gli occhi di bellezza. Quasi senti il rumore del mare infrangersi sulla nave, l’odore salmastro del porto e l’aria frizzantina scompigliarti i capelli. La storia è romantica, ma di quel romanticismo decadente che sai ti farà piangere fiumi di lacrime. Mentre lo leggi diventi dolorosamente consapevole della piega che la storia prenderà e ti ripeti “No, ti prego fa che non sia così!” ma in realtà sai come andranno le cose. E nonostante le lacrime andrai avanti, perché la dolcezza e la bellezza del racconto ti cullano fino alle ultime pagine. Ogni volta che lo prendo in mano ho i brividi ed il cuore si gonfia di emozione, non ho mai letto nulla di così bello. Leggetelo. Leggetelo perché fate solo del bene a voi stessi.
