Se fosse per sempre
“I presenti sembrano conoscerlo. Da tutta la vita, magari. Oppure, come me, avevano intuito quanto lui fosse importante. Perché la sua importanza io l’avevo capita, era chiaro. La conoscevo, nel profondo di me stessa, in un luogo che improvvisamente si era risvegliato. Non sapevo nulla di lui: ignoravo la sua età, il cognome, come sarebbe stato il suono della sua voce se avesse scandito il mio nome. Ma sapevo che le cose per me erano cambiate. Che erano cambiate per sempre”


Tara Hudson
Nata e cresciuta in Oklahoma, Tara Hudson si è laureata in legge, soprattutto perché ha creduto a tutte le storie dell’orrore sugli studenti di inglese e le loro carriere nel settore della ristorazione. Per fortuna, si è presto ricordata di quanto amasse raccontare storie di fantasmi, in particolare alle sue amiche che amavano, come lei, visitare i cimiteri abbandonati. Tara vive attualmente in Oklahoma con suo marito, suo figlio e un gruppo di animali domestici maleducati.
Amelia è un fantasma. È morta ma non ricorda nulla di quello che le è successo. Soffre spesso di incubi che le ricordano di essere affogata ma quest’ultimo non è lo stesso: ora insieme a lei c’è un ragazzo che, dopo un incidente con la macchina, è caduto in acqua. Per un momento Amelia sente il battito del ragazzo, come se lui fosse della stessa sostanza della ragazza: una sensazione che dura solo un secondo perché poi il ragazzo rinviene e inizia a risalire per salvarsi.
Tutto sembra normale ma quando lei lo segue per controllare se sta bene lui le parla dicendole il suo nome: Joshua. Cosa è successo in quelle acque? Beh semplice, Joshua ha oltrepassato il mondo dei vivi per qualche secondo abbracciando tutto quello che di soprannaturale potrebbe esserci: ora è l’unico (o forse no) cbe può vedere Amelia per quello che veramente è, e scoprire tutto quello che il suo mondo porta in mezzo ai vivi…
Un romanzo in cui il sovrannaturale è presente ma in maniera alternativa, non si assiste alla solita storia di fantasmi: qui l’accento è posto sui sentimenti di Amelia che, nonostante sia un fantasma, riscopre in alcune parti il suo lato umano, dando il via a tutta una serie di sensazioni da mortale. La sua storia con Joshua è al centro dell’intero libro, una dolce parentesi che per un momento allontana il fatto che Amelia sia un fantasma. Con lui la ragazza riscopre il suo passato, il destino della sua famiglia e Josh scopre cosa vuol dire portare in casa un fantasma…
La lettura è scorrevole, fatta eccezione per alcuni punti in cui i segni di interpunzione sono un po’ troppo presenti e rendono le frasi un po’ pesanti. Qualche punto in meno anche per il personaggio di Amelia che quando si trova accanto a Johua sembra quasi perdere la ragione e diventare una ragazzina.
I malvagi della storia non mostrano nessuna emozione, sono quasi puri nella loro cattiveria e lo rispecchiano anche nella parte di storia in cui sono coinvolti: l’autrice non risparmia alcune scelte narrative forti, che sottolineano appunto il carattere di questi fantasmi.
L’idea è originale ma per alcuni tratti è un po’ semplice, forse sarebbe stato interessante sviluppare maggiormente i veri malvagi della storia e la famiglia di Joshua, che hanno sicuramente molto da dire.
P.S. Il finale è aperto: si tratta infatti del primo libro di una trilogia. In italiano è stato tradotto solo il secondo (Dove finisce il buio) mentre il terzo finora non lo è stato.
